martedì 7 ottobre 2014

MICHELLE HUNZIKER UNA VIPERA BIONDA....

Visto la "manipolazione" da parte della stampa nazionale sul fatto "Hunziker- Mirri" e visto che questo Blog si chiama "LATVMANIPOLATA" , visto che il tutto è partito da un programma televisivo ho deciso di perorare questa diatriba, naturalmente dalla parte del Mirri. Per fortuna non sono il solo, di seguito un articolo acuto e interessante datato 2010 e tratto da un Blog "La sublime porta".





QUANDO UNA VIPERA BIONDA CONFONDE VOLUTAMENTE UNA PROPOSTA CON UN RICATTO:
LA VIGLIACCHERIA MENZOGNERA ( A SCOPPIO RITARDATO) DI MICHELLE HUNZIKER

Dopo decine d'anni, quando nessuno potrebbe mai smentirla, questavipera bionda di Striscia la Notizia dice una menzogna più del solito e confonde volutamente il concetto di "proposta" con quello di "ricatto". L'obiettivo finale è doppio: vendicarsi di colui di cui non è stata contenta e gettare fango sugli uomini come genere, auspicando inoltre ulteriori e più gravi leggi contro ogni etica, ogni logica ed ogni presunzione di innocenza (tipo quelle che ci sono in America, ove un prof non può nemmeno ricevere studenti con la porta non aperta per paura di essere accusato di chissà quale proposta/molestia).

“Da minorenne
subii ricatti sessuali”
“A 17 anni un talent scout mi disse: “se vuoi continuare a lavorare con me, devi venire a letto con me”, rivela la showgirl
“Mi disse: Se vuoi continuare a lavorare con me, tu devi venire a letto con me”: Michelle Hunziker dichiara di essere stata molestata sessualmente quando aveva 17 anni dal sedicente imprenditore e talent scout Rody Mirri su cui sta facendo un’inchiesta il tg satirico Striscia la notizia.
“Purtroppo conosco Rody Mirri. È un incubo”, afferma la Hunziker ai microfoni di Max Laudadio. E aggiunge: “Io facevo la modella e avevo 17 anni. Quando feci la pubblicità della “Roberta”, che fece un bel po’ di clamore, mi propose di lavorare con lui. All’epoca aveva una quarantina d’anni. Lui diceva di essere un grande produttoreLa conduttrice continua raccontando che, dopo aver lavorato con Mirri per un po’ di tempo, questi le disse che tra il produttore e la sua protetta doveva instaurarsi un feeling talmente forte da farli diventare complici anche solo con uno sguardo e che sarebbe stato fondamentale andare a letto insieme. Quindi precisa: “Mi fece un vero e proprio ricatto. Ovviamente non ci sono andata a letto con lui e ci provò per tanto tempo a ricattarmi anche davanti a lavori che mi ingolosivano moltissimo”.

Michelle conclude: “È anche per questo che oggi esiste Doppia Difesa, una fondazione che cerca di tutelare i diritti delle donne, ma è impegnata soprattutto a combattere la violenza e le discriminazioni su donne e bambini, per aiutare i più deboli”. E a tutte le ragazze che vogliono entrare nel mondo dello spettacolo la Hunziker lancia un monito: “Non è andando a letto con le persone che si fa questo lavoro”.

La vipera bionda della TV non sa o non vuole distinguere un ricatto da una proposta.
Chi ricatta impone alla controparte di fare o subire qualcosa minacciandole di infliggerle un danno ingiusto, di privarla di un diritto o comunque di non darle qualcosa che comunque dovrebbe dare.
Chi fa una proposta invece semplicemente chiede alla controparte se è disposta a fare o subire qualcosa in cambio della concessione di un bene/privilegio/vantaggio che a priori non le sarebbe affatto dovuto.
Chi subisce un ricatto non può dire di no pena il danno ingiusto, la perdita di un diritto o la futura privazione di quanto (materialmente o moralmente o come possibilità) ha in quel momento.
Chi riceve una proposta può dire di no senza subire alcun danno e mantenendo (materialmente, moralmente e come possibilità) tutto quanto aveva prima.La proposta costituisce insomma l'aggiunta di una possibilità, accettando la quale si ha qualcosa in più e rifiutando la quale non si ha nulla di meno. Il ricatto rappresenta invece una possibilità in meno: se lo si accetta si mantiene quanto si ha, se lo si rifiuta si perde qualcosa.
E chi offre una possibilità in più non può in alcun caso essere considerato molesto (almeno che, ovviamente, la sua proposta non si tramuti in un ricatto dopo un eventuale rifiuto).

Il fatto che la bionda stronzetta abbia potuto dire di no senza subire alcun danno ingiusto dimostra si trattasse di proposte e non di ricatti.
E non si può chiamare danno ingiusto il non aver potuto scorciatoie di carriera, presentazioni di personaggi influenti, assegnazione di ruoli importanti, vantaggi rispetto ad altre aspiranti attrici/modelle, costituendo tutto ciò la legittima aspirazione (comune a molte persone) a qualcosa "in più" (rispetto a quanto le persone nella stessa situazione hanno) e non un diritto a priori di tutti., sapeva parlare molto bene e mi disse: Ti farò diventare famosissima. Non aver potuto ottenere "qualcosa in più" (di non dovuto a priori) non è un danno. E il fatto che le proposte fossero "allettanti" non le rende moleste, ma dimostra ancora di più la loro natura di proposte (a cui è difficile resistere non per la paura di subire un male, ma per la speranza di guadagnare un desiderabile bene)
Quella della stronzetta bionda non è affatto paragonabile alla situazione, ad esempio, di una studentessa meritevole di promozione o comuque avente diritto ad un esame imparziale, che si veda minacciata di bocciatura se non accetta di soddisfare sessualmente il professore.
Semmai è paragonabile a quella di una studentessa (che non ha studiato o nemmanco si è presentata all'esame) cui viene proposto, in cambio di una lode non guadagnata sul campo, di passare l'esame "sotto le coperte".
Non sta scritto da nessuna parte che sia un diritto naturale avere agevolazioni nella carriera nel mondo dello spettacolo.
Se una donna ne vuole deve dare qualcosa in cambio.
O pretende di avere tutto per niente solo perchè è donna?
Cosa danno le donne, agli uomini, per niente?

1 commento:

  1. La vera vergogna è quella dei giornalisti italiani. Nessuno che abbia le "PALLE" per verificare se Michelle Hunziker racconta delle verità. Silenzio tomba...anche perche a forza di leccare qualcosa sulla lingua rimane.

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