venerdì 15 novembre 2013

I FLOP D'ASCOLTI (COME SEMPRE) di PAOLA PEREGO


Paola Perego

"La Perego che, precisissima e mai con una sbavatura, trasmette il terrore del compitino da rispettare alla perfezione. D’altro canto, Di Mare alterna la sicumera del giornalista navigato all’ansiogenia dell’approccio alla nera, non ascoltando mai fino in fondo i propri interlocutori. E’ tutto talmente scritto, che non c’è mai un vero botta e risposta tra intervistatore e ospite di turno, oltre al fatto che la spasmodica ricerca dell’effetto bon ton appiattisce qualsiasi blocco.
L’essere preparati, allora, è diventato un delitto? No, ma Paola Perego in primis - che è colei che più - stando ai dati - fa scendere l’ascolto - dovrebbe giocarsi meglio quest’occasione e imparare da una come la De Filippi. Ora che ha avuto la sua grande occasione, dopo il contentino di Se… a casa di Paola, dovrebbe mettersi in gioco in prima persona, smentendo una volta per tutte il suo esserci arrivata grazie a Presta
La Perego, per sua stessa ammissione, non lava, non stira, non cucina e del mondo dello spettacolo conosce solo i personaggi dell’Arcobalenotre. Fa la stupita quando dice che Sofia Loren l’ha chiamata per farle gli auguri del suo matrimonio, e non capisci mai dove finisca l’umiltà e inizi la furbizia. Vedi La vita in diretta e ti chiedi una volta per tutte chi sia veramente Paola Perego, perché le signore per strada possano una buona volta riconoscerla (in un vox populi a Quelli che il calcio, di qualche mese fa, la mancata empatia tra lei e le sciure per strada le creò già imbarazzi).
Paola, dall’alto della sua sobrietà distaccata (che pur ci tiene a elevarsi da un passato di Talpe e Fattorie) sembra seguire quello che è opportuno fare, senza mai prendere una reale iniziativa personale. Così ha aperto alle interviste singole a personaggi come Elisabetta Canalis, Rossella Brescia e Max Giusti, tutti assistiti da Presta e poco vicini al gusto delle massaie. Oppure ha rispolverato il suo cavallo di battaglia, il talk generazionale, ma senza intercettare fino in fondo il pubblico giovanile.
Così la nuova Vita in diretta, per piacere a tutti, rischia di non piacere a nessuno. L’interazione social è stata delegata a quattro giovani che non ci capiscono nulla e che, comunque, restano ingabbiati dall’incapacità di portare Twitter e Facebook senza censure in Rai."

Da Blogtv.it

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