Nell’ultima puntata di “Che tempo che fa” su Rai3,
condotto da Fabio Fazio, Luciana Littizzetto ha invitato la Chiesa ad offrire
maggiore accoglienza agli immigrati di Lampedusa. Ha usato anche alcuni richiami
evangelici trasformati in battute sempliciotte: «ero nudo e mi avete
vestito, ero malato e mi avete visitato, avevo sete e mi avete dato da bere… Il
discorso della montagna lì non vale perché sono al mare?». Ha urlato ai
vescovi «dicano qualcosa su questa questione…adesso stanno zitti? Fate
qualcosa! Cosa fanno?».
Oltre al fatto che la Chiesa non è certo
obbligata a risolvere le questioni legate allo Stato e quindi a farsi carico di
tutti i clandestini che vengono dall’Africa, la Littizzetto pare completamente
disinformata (e anche Fazio), poiché il 1/4/11, due giorni prima della puntata
del programma di Fazio, il segretario generale della Conferenza Episcopale
Italiana (CEI), mons. Mariano Crociata, aveva annunciato che 2500 posti
distribuiti in 93 Diocesi italiane erano stati messi a disposizione per
l’accoglienza dei profughi. Lo abbiamo riportato anche noi in Ultimissima 4/4/11.
Il quotidiano “Avvenire”, ha così sommessamente
obiettato alla Littizzetto che la Chiesa non ha taciuto affatto. La risposta è
però uscita in ultima pagina, sussurrata e con un tono benevolo, sotto il
titolo: “Chissà se Lucianina chiede scusa”. Diversi quotidiani hanno
così pensato di rispondere per le rime alla comica, come ad
esempio Libero, che ha pubblicato un interessante commento di Antonio
Socci.
Sorprende però che una persona come la
Littizzetto, così sensibile alle disavventure degli immigrati senzatetto, non
decida di mettere a disposizione uno dei suoi 13 immobili,
distribuiti tra Torino e Milano. La comica infatti, oltre che a pontificare e
diffamare dai salotti televisivi chi veramente e discretamente si dedica a
soccorrere gli ultimi, ha prodotto negli anni un interessante patrimonio
immobiliare: con un reddito da 1.824.084 euro si è collocata
tra i primi 500 contribuenti in italia e ha dimostrato una vera passione per il
mattone, comprando anno dopo anno una casa dietro l’altra (cfr. Libero 27/1/10). Chissà se metterà a disposizione di
qualche famiglia nordafricana un paio di edifici nel centro di Torino?
Sicuramente così, almeno lei, potrebbe veramente seguire il famoso “discorso
della montagna”…
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